Comquell - Vademecum per il progettista
Comquell
VADEMECUM TECNICO PER IL PROGETTISTA
Considerazioni tecnico - pratiche
utili per il dimensionamento e la corretta
installazione
dei diffusori a dislocazione
1.Generalità
L'immissione di aria condizionata in ambienti climatizzati ha lo scopo di realizzare il controllo dei parametri di temperatura, umidità relativa e purezza dell'aria ambiente tramite la ventilazione dell'ambiente stesso.
Le modalità di immissione dell'aria sono sostanzialmente riconducibili a due tipologie, una che realizza il processo mediante i tradizionali terminali costituiti da bocchette ed anemostati (definibili a getto d'aria localizzato), l'altra, di più recente concezione, realizza il processo mediante terminali definibili a dislocazione ovvero a getto d'aria diffuso (displacement flow device). Quest'ultimi si differenziano dai primi per le più estese superfici di immissione, e quindi, a parità di portata, con aria distribuita più uniformemente ed a velocità decisamente più contenuta.
Le modalità di immissione dell'aria in ambiente sono estremamente importanti ai fini dell'ottenimento delle condizioni ottimali di benessere per gli occupanti e possono influenzare in modo significativo il controllo dei parametri suddetti.
In particolare per quanto attiene alla qualità dell'aria interna, in relazione alla movimentazione dell'aria e quindi alla ventilazione quanto più efficace degli ambienti, le sue modalità di immissione sopra richiamate fanno sostanzialmente riferimento ai seguenti modelli ideali di flusso:
- a perfetta miscelazione Immissione dell'aria a getto localizzato);
- a perfetta rimozione (immissione deiraria a getto diffuso).
Con il primo modello, come schematicamente illustrato nella fig. 1a, si ipotizza l'ottenimento delle condizioni di benessere puntando quanto più possibile alla completa miscelazione tra aria immessa e aria presente nell'ambiente: purtroppo, come noto, l'immissione di aria a getti localizzati comporta generalmente problematiche di difficile risoluzione che sono sintetizzabili nella difficoltà di ottenere un'efficace miscelazione per il crearsi di zone stagnanti, contrapposte a zone di turbolenza create dal "lancio" dell'aria, con conseguenti evidqnti disuniformità di temperatura, e pertanto nella realtà di opera spesso in condizioni molto lontane dal modello ideale in questione; inoltre, si riscontra spesso una eccessiva rumorosità conseguente alla difficoltà di regolazione dei dispositivi ed alla velocità di fuoriuscita dell'aria, infine vi è da rilevare che comunque il livello medio di contaminazione in ambienti è largamente superiore a quello delfara di ventilazione immessa
Viceversa con il secondo modello, il cui principio di funzionamento è schematizzato in fig. 1b, si ipotizza l'ottenimento delle condizioni di benessere puntando all'allontanamento quanto più uniforme e completo dell'aria immessa (ed estratta) in modo quanto più diffuso possibile, e limitando così la miscelazione tra aria di rinnovo e aria ambiente.
Fig. 1: Modelli ideali di movimento dell'aria in ambiente.
Così il sistema assicura primariamente la ventilazione delle zone occupate, mantenendo nel contempo nelle stesse le concentrazioni di inquinanti a livelli largamente inferiori a quelli riscontrabili nei punti di estrazione, e la temperatura ambiente omogenea sul piano orizzontale, per il forte gradiente sul piano verticale, che consente l'ottenimento della temperatura di benessere nella zona occupata (v. fig. 2 e fig. 3). in tal senso i diffusori Comquell rappresentano un importante passo in avanti nell'evoluzione tecnologica dei diffusori, in quanto, mediante una accorta progettazione e installazione, consentono di ottenere condizioni di flusso che migliorano il controllo dei parametri termoigrometrici e di purezza dell'aria nella zona occupata realizzando nella realtà condizioni prossime a quelle ideali sopra descritte.
Flusso d'aria a dislocazione Profilo della diluizione degli inquinanti:
nella zona occupata la concentrazione
è minore di quella della zona sopra
Fig. 2: Variazioni di temperatura per ambiente alto 3 m ed immissione a dislocazione
Flusso d'aria con anemostato Profilo della diluizione degli inquinanti:
nella zona occupata la concentrazione
è quasi uguale a quella in prossimità
dell'estrazione (uniforme per tutta
l'altezza del locale)
Fig. 3
Infatti l'aria può essere immessa a bassissima velocità dal livello del pavimento fino al soffitto consentendo così uno spostamento uniforme dell'aria ambiente verso i punti di ripresa fino a realizzare i ricambi d'aria calcolati; essi sono realizzati assemblando particolari profili in alluminio (brevettati), che consentono di realizzare svariati forme geometriche, che ne facilitano l'inserimento negli ambienti e, soprattutto, altezze rilevanti in modo da ottenere grandi superfici di immissione dell'aria. Pertanto, rispetto ai sistemi tradizionali a getto localizzato, si sono potuti ottenere vantaggi considerevoli così sintetizzabili:
- limitazione dei moti turbolenti essendo l'aria immessa a bassa velocità, con conseguente eliminazione del disagio causato dalla presenza di correnti;
- limitazione del fenomeno della stratificazione termica con la sostanziale eliminazione delle zone di ristagno dell'aria in corrispondenza delle zone occupate;
- maggiore efficacia nell'estrazione delle impurità dagli ambienti in quanto viene fortemente limitata la miscelazione tra aria immessa e quella esistente (tali sistemi sono stati infatti progettati inizialmente in risposta alle richieste di elevata purezza dell'aria interna inerenti le camere operatorie, laboratori farmaceutici, elettronici, ecc.);
- migliore qualità dell'aria interna in quanto gli eventuali inquinanti presenti nell'ambiente tendono ad essere rimossi, mentre i sistemi tradizionali possono produrre soltanto una riduzione della concentrazione degli stessi, peraltro efficace solo con una buona miscelazione estesa all'intero ambiente;
- nell'eventualità di variazione della portata dell'aria, è possibile mantenere la stessa configurazione del diffusore entro ampi margini, in quanto le variazioni che ne conseguono nella velocità di immissione non influenzano sensibilmente le prestazioni dei diffusore stesso;
- rumorosità estremamente ridotta ottenuta sia per la bassa velocità dell'aria in transito dal diffusore, sia per la particolare geometricità dei profili del diffusore stesso (ridotte perdite di carico per attrito);
- trasformazione dei flusso in ingresso al diffusore, che da velocità elevata diventa un flusso a bassa velocità, omogeneo, pseudo-laminare, con ottimi effetti induttivi sull'aria ambiente, che consentono l'adozione di temperature di immissione in prossimità degli occupanti da 3 a 5°C inferiori alla temperatura ambiente senza causare disagio agli stessi occupanti;
- possibilità di immettere in regime estivo aria a temperatura più elevata rispetto ai tradizionali impianti, a parità di carichi termici estratti, con conseguente diminuzione della potenza di raffrescamento necessaria;
- possibilità di immettere quantitativi d'aria di ventilazione ridotti per la maggiore efficienza rispetto agli impianti tradizionali, a parità di qualità dell'aria interna;
- possibilità di utilizzare in modo maggiormente efficace la tecnica del free-cooling (raffrescamento mediante ventilazione senza attivazione dei gruppi frigoriferi).
Tabella 1 - Vantaggi ottenibili rispetto ai sistemi tradizionali.
1- |
assenza di correnti e turbolenze d'aria in ambiente |
2- | eliminazione delle zone di ristagno |
3- | migliore qualità dell'aria intema |
4- | prestazioni migliori in ambienti con elevate esigenze di purezza dell'aria |
5- | mantenimento dello stesso tipo di diffusore per ampie variazioni di portata dell'aria immessa |
6- | ottenimento di livelli di rumorosità più contenuti |
7- | possibilità di regolazione migliori |
8- | possibilità di immissione dell'aria a più bassa (in estate)/alta temperatura (in inverno) in prossimità degli occupanti |
9- | contenimento dei consumi energetici |
10- | utilizzazione ottimale della tecnica del free-cooling |
Per quanto attiene all'utilizzo dei diffusori Comquell con le più comuni tipologie impiantistiche, questi non presentano alcuna preclusione, risultando peraltro particolarmente efficaci nelle seguenti applicazioni:
-
come unità di ventilazione (immissione aria primaria) negli impianti misti aria-acqua tipo impianti a ventilconvettori, a radiatori, a pannelli radianti;
-
come unità di ventilazione in impianti ad aerotermi;
-
come unità di ventilazione in impianti a piastre radianti;
-
come unità di ripresa dell'aria in generale.
1.2. Diffusione dell'aria in ambiente.
Lo studio dei diffusori Comquell nasce dalla consapevolezza che la corretta diffusione dell'aria è una delle componenti essenziali per ottenere le condizioni di benessere desiderate, sia per quanto attiene ai parametri termoigrometrici che di ventilazione.
Tra le maggiori cause di disagio si annoverano infatti:
- presenza di correnti d'aria causate da una eccessiva velocità dell'aria;
- disuniforme distribuzione del flusso d'aria rispetto ai carichi termici, positivi o negativi, da controllare in ambiente;
- variazioni eccessive della temperatura, sia in senso verticale che orizzontale, nell'ambiente climatizzato.
Con i sistemi tradizionali di climatizzazione l'aria è immessa mediante terminali o diffusori (bocchette o anemostati) che concentrano la portata d'aria richiesta dall'ambiente in pochi punti di area estremamente limitata; per questo motivo la diffusione della stessa nell'ambiente è connessa al "lancio" realizzato dei terminali che per forza di cose (raggiungimento dei punti lontani e sezione limitata di immissione) deve avvenire con una velocità piuttosto elevata (variabile a seconda del tipo di diffusore e della sua collocazione rispetto all'ambiente). Tutto questo comporta la necessità di dover collocare i terminali in questione lontano dalle zone direttamente occupate dalle persone, in modo che la velocità e la temperatura dell'aria primaria si riducano a valori accettabili al momento di giungere nella zona occupata. Se il modo dell'aria in questione raggiunge velocità relativamente elevate si creano le cosiddette "correnti d'aria", se viceversa non riescono a raggiungere le zone occupate (per scarsa velocità d'immissione, per effetti di aderenza sulle pareti, per moti convettivi contrastanti ecc.) si creano zone di ristagno che riconducono direttamente alle altre cause di disagio sopra accennate (scarsa qualità dell'aria, gradienti di temperatura). Si comprende pertanto la difficoltà di ottenere condizioni ottimali in ambiente con i sistemi tradizionali di immissione dell'aria, e perché si siano studiate altre modalità quali l'immissione a dislocazione.
In effetti una volta risolti i problemi della tollerabilità dell'immissione dell'aria direttamente nella zona occupata dalle persone è evidente che tali sistemi risultano sicuramente vantaggiosi sotto tutti gli aspetti esaminati (v. Tabella 1) rispetto ai sistemi tradizionali.
Le correnti d'aria sono definite come sensazione localizzata di caldo o freddo, in una qualsiasi parte del corpo, dovute al movimento e alla temperatura dell'aria, in condizioni costanti di umidità relativa e temperatura media radiante. Sulla base di ricerche sperimentali per ottenere condizioni ottimali di benessere nella zona che si estende dal pavimento fino a circa 1,5 - 1,8 m (zona occupata), sono stati stabiliti dei limiti standard dei parametri suddetti espressi in relazione ad una temperatura definita temperatura effettiva di corrente, la quale tiene conto degli effetti congiunti della velocità dell'aria, della sua temperatura e dell'umidità relativa sul corpo umano.
Le variazioni dai valori ottimali provocano pertanto.delle situazioni di disagio. Gli effetti delle correnti sulle persone sono stati investigati al Case Institute of Technology dell'Illinois (USA) e pubblicati sull'ASHRAE Handbook Fundamentals (1989); tali effetti sono espressi mediante una differenza di temperatura 0, rispetto alla temperatura effettiva di corrente definita per condizioni standard ottimali di benessere (24 °C, velocità dell'aria 0,15 m/s) in un certo ambiente campione. Tale differenza di temperatura è data dalla seguente equazione:
0 = (Tx - Tc) - 8 (Vx - 0,15) (°C)
dove Tx = temperatura locale (ad es. dell'aria in uscita dal diffusore) (°C)
Tc = temperatura media ambiente (°C)
Vx = velocità del flusso d'aria (ad es. in prossimità del diffusore) (m/s)
I risultati della ricerca sono espressi in forma grafica nella fig. 4, dove in funzione di 0 e della velocità dell'aria sono individuate le zone con sensazione di caldo e freddo e le percentuali di individui che hanno espresso tali sensazioni, sia per la zona delle caviglie che per quella del collo (la più sensibile alle correnti); la linea obliqua tratteggiata indica condizioni di neutralità termica.
Dai risultati emerge che un cambiamento di 1 °C di temperatura equivale, dal punto di vista delle sensazioni indotte sul corpo umano, ad un cambiamento di velocità di circa 0,135 m/s). Ovviamente possono essere considerate accettabili tutte quelle condizioni riferibili ad una elevata percentuale di individui soddisfatti (per ambienti civili dall'85 al 90%), per quelli industriali possono accettarsi valori anche inferiori). I grafici in questione mostrano inoltre che le persone tollerano velocità più elevate e temperature più basse a livello delle caviglie che non nella zona del collo: quindi la zona più critica per le correnti è quella che si estende all'incirca tra 0,8 e 1,5 m. Per tale zona un valore 0 = - 0,5 produrrà infatti una sensazione di leggermente caldo per velocità dell'aria di 0,05 m/s, mentre si avranno dal 10 al 20% di persone che avvertono sensazioni di leggermente freddo rispettivamente per velocità di 0,2 e 0,3 m/s. Per le attività sedentarie un numero elevato di persone si è dichiarata soddisfatta quando 0 è compresa tra - 1,7 e + 1,1 °C con velocità dell'aria inferiori a 0,35 rn/s, e comunque con correnti più fastidiose in regime invernale anziché estivo. Per contro velocità dell'aria eccessivamente ridotte, inferiori a 0,08 m/s danno sensazioni di aria stagnante e quindi da evitare. In pratica una velocità dell'aria ideale per il benessere delle persone è compresa tra 0,1 e 0,25 m/s, corrispondenti peraltro alle tipiche velocità di immissione dell'aria dei diffusori Comquell, tuttavia le ricerche suddette mostrano che velocità più elevate, fino a circa 0,4 m/s, possono essere accettate da una grande percentuale di persone. Per quanto riguarda i gradienti di temperatura si è riscontrata una certa tolleranza fino a valori di 1,5 °C tra locali diversi, con maggior fastidio in inverno rispetto all'estate..
Fig. 4: Percentuale di persone disturbate dà correnti d'aria in ambienti climatizzati.
Sul piano verticale, per persone sedute che svolgono attività sedentaria. la differenza di 2 °C tra pavimento e zona del bacino provoca disagio nel 10-20% delle persone con velocità dell'aria di circa 0,1 m/s; inoltre la corrente d'aria è maggiormente tollerata quando il modo è in direzione dei viso anziché laterale o peggio verso la nuca, allorché disagi possono avvertirsi anche per velocità altrimenti tollerabili.
1.3 Perdita di pressione
La perdita di pressione è praticamente indipendente dalla grandezza e dalla forma dei diffusori Comquell. In funzione delle innumerevoli possibilità di variazione delle superfici base dei Comquell e delle sezioni del condotto di alimentazione, le perdite dovute al collegamento dei Comquell al circuito devono essere considerate a parte nell'ambito del calcolo dell'impianto.
Solo in presenza di superfici base estremamente strette o di grande altezza si possono verificare delle situazioni fluidodinamiche all'interno della carcassa tali da provocare una perdita di carico maggiore di quella indicata nel diagramma sotto riportato. In questi casi siamo a Vostra disposizione per ulteriori consigli.
Chiudendo parzialmente le fessure di passaggio dell'aria all'interno del profilo mediante guarnizioni ad incastro, si può aumentare la perdita di carico fino a 2-3 volte il valore del diagramma ed ottenere parzializzazioni a volte necessarie.
Questa operazione non comporta variazioni della portata in ingresso al diffusore. Bisogna però tener conto di un aumento del livello di pressione acustica. Per poter regolare e variare la portata in volume occorre istallare nel canale dell'aria di alimentazione una valvola a farfalla oppure un regolatore della portata in volume.
1.4 Acustica
II livello di pressione sonora dipende soprattutto dalla velocità di passaggio dell'aria nei profili frontali Comquell.
Il presupposto è un attacco sufficientemente grande che è particolarmente importante nei modelli Comquell di piccola sezione.
Fig.5: Diagramma dell'Istituto di fisica delle costruzioni
La curva riportata si basa su misurazioni effettuate su un diffusore Comquell con sezione quadrata e uscita dell'aria su quattro lati con superficie di uscita di 1 m2
Fig.6: Diffusore d'aria Comquell. a livello di potenza sonora valutato Lw. Portata aria pari a circa 1159 m3/h. Tubazione di raccordo diametro mm. 250 v0 = 0,32 m/sec
1.5. Esempi applicativi
In fig. 7, fig. 8, e nella fig. 9 sono riportati alcuni tipici problemi che si riscontrano nell'utilizzo dei tradizionali sistemi di diffusione dell'aria, che fanno meglio comprendere la validità dei sistemi alternativi di diffusione a dislocazione (v. fig. 10); per quest'ultimi occorre ricordarsi che la loro collocazione in ambienti dove le persone possono soggiornare per periodi di tempo non brevi richiede una verifica delle distanze tra dispositivi di immissione e zone di permanente occupazione (nessun problema si riscontra per la ripresa dell'aria).
In particolare i diffusori Comquell sono stati studiati, oltre che per la risoluzione dei suddetti problemi, per dare una risposta alle problematiche di inserimento architettonico dei sistemi aeraulici.
I modelli di diffusori in produzione consentono infatti la perfetta integrazione nell'ambiente come dimostrano gli esempi applicativi.
Collocazione in zona centrale a colonna: modelli CO 4E S4, CO 6E S6 e BE S8.
Essi rappresentano la più valida alternativa alla modalità di immissione dell'aria mediante il sistema tradizionale con anemostati o diffusori a soffitto in genere.
Tipica applicazione di tale modalità di diffusione a colonna, disposta in zone interne dell'ambiente (mai a ridosso di pareti o altri ostacoli), è quella che si realizza in locali pubblici quali: banche, centri commerciali, negozi, atri, uffici aperti al ricevimento del pubblico ecc., ma essa trova valida applicazione anche in ambienti industriali.
La presenza di pilastri in ambiente può costituire un interessante motivo di scansione dello spazio alternando a tali elementi strutturali le colonne di diffusione dell'aria.
I modelli esagonali ed ottagonali consentono in particolare di realizzare una diffusione (o una ripresa) dell'aria ancor più uniforme rispetto al modello quadrangolare. Le colonne di diffusione dell'aria consentono l'ottenimento di risultati estetici tali da poter caratterizzare gradevolmente la percezione interna dell'ambiente divenendo parte dell'arredamento, mentre eliminano praticamente la possibilità che si creino eventuali zone di ristagno.
Dal punto di vista del benessere occorre considerare che, per le applicazioni civili già descritte, la permanenza delle persone è normalmente breve, e ciò consente di poter tranquillamente mantenere distanze tra i diffusori e le persone assai contenute, senza che si inducano sensazioni di disagio avvertibili in modo sensibile, tenuto anche conto delle velocità estremamente ridotte che possono tenersi nell'immissione dell'aria.
Tali diffusori possono peraltro essere particolarmente adatti anche in ambienti industriali dove, per talune attività, la presenza di zone di ristagno può essere causa di elevata concentrazione di sostanze che possono risultare tossiche per le persone addette al lavoro.
Altra tipica applicazione è quella di supporto a impianti tradizionali; tali modelli possono infatti essere utilizzati come elementi di ripresa dell'aria in presenza di immissione a parete mediante le comuni bocchette; la libertà di disposizione nell'ambiente consente infatti di collocare la ripresa dell'aria in prossimità delle fonti inquinanti (ad esempio macchine fotocopiatrici, eventuali fumatori, oggetti che possono emanare odori non sempre gradevoli, come i capi d'abbigliamento, la carta, derrate alimentari, pesce, ecc.). e comunque (a causa della conformazione del modello) di richiamare aria da tutto l'ambiente in modo estremamente uniforme, eliminando o contenendo le zone di ristagno quasi sempre presenti con gli impianti tradizionali.
Fig. 11: Ventilazione a dislocazione con impianti di riscaldamento a servizio di locali industriali
Fig.12: Modello CO.8E.S8
Fig.13: Diffusori Comquell a colonna per locale mensa
Fig.14: Esempio di installazione di diffusori Comquell a colonna ed a parete per centro espositivo
Fig.15: Esempio di diffusore a parete per sala operatoria (mod. CO.RE.S3)
Fig 16: Esempio di diffusore a parete per locale ufficio
Fig.17: Esempio di diffusore angolare per locale ufficio
Fig.18: Esempio di diffusore angolare per locale cucina mod. Co.3E.S1
1.6. Dimensionamento di massima e considerazioni pratiche
Sulla base dei risultati delle ricerche condotte in merito alla tolleranza delle correnti dell'aria, di seguito vengono fornite alcune indicazioni per il dimensionamento ottimale dal punto di vista dei benessere dei diffusori Comquell.
Attraverso questi diffusori l'aria è immessa in ambiente a bassa velocità (v = 0,1 - 0,25 m/s in ambienti civili, fino a 0,5 m/s in ambienti industriali, palestre ecc.).
In regime estivo, per i comuni ambienti civili, l'aria non dovrebbe essere immessa a temperature inferiori a 18° - 20 °C, e comunque con un salto termico tra aria immessa e aria ambiente non superiore a 4 - 5 °C; negli altri ambienti, e dove è prevista una attività medio - elevata, è invece consentito un salto termico elevato fino a 8 °C.
In regime invernale possono ammettersi anche salti termici maggiori unitamente a velocità più elevate Tra diffusori e zona di permanenza delle persone, deve essere rispettate una distanza minima per evitar disagi in casi di permanenza prolungata in prossimità dei diffusori stessi; tale distanza tuttavia, per quanto visto in precedenza, può ridursi sensibilmente qualora l'immissione dell'aria avvenga in zone fino a circa 80 cm dal pavimento, oppure sia diretta verso il volto delle persone anziché alla nuca.
Sostanzialmente la distanza minima l0 dipende dai seguenti parametri:
- velocità di uscita dell'aria dai diffusori;
- salto termico tra aria immessa e aria ambiente;
- grandezza del diffusore (superficie di lancio proiettata);
- livello di attività delle persone.
Fig.19: diagramma per la valutazione della distanza minima l0
Nell'esempio evidenziato nel diagramma, in corrispondenza di una velocità di immissione v = 0,25 m/s e per un salto termico di 6° C, con una superficie proiettata di 1 m2, il valore di l0 risulterà pari a 2,5 e 2 m, rispettivamente in corrispondenza di attività moderata ed intensa.
Dimezzando il salto termico, a parità di superficie, anche le distanze suddette praticamente di dimezzano.
Qualora i diffusori siano usati unicamente per scopi di ventilazione, con salto termico aria immessa/aria ambiente praticamente nulli, la velocità di immissione ai fini del benessere si può determinare dai grafici di fig. 4; ad esempio una velocità di 0,15 m/s è tollerata pressoché dalla totalità degli individui per qualsiasi zona di immissione; mentre per una velocità di 0,3 m/s si avrà una percentuale di circa il 10% di individui insoddisfatti se l'aria viene immessa nella zona delle gambe, che sale a circa il 30% se l'immissione coinvolge la zona della testa; la distanza minima da mantenere tra diffusore e persone, per motivi prudenziali, non dovrebbe comunque scendere al di sotto di 1 metro anche in assenza di differenziale di temperatura aria immessa/aria ambiente.
Nel catalogo, per ciascun tipo di diffusore, in funzione di tre diverse velocità di uscite dell'aria (0,15 - 0,30 - 0,45 m/s), ed al variare dell'altezza utile del diffusore, sono riportate le portate d'aria d'alimentazione del diffusore stesso; valori intermedi possono essere ottenuti mediante interpolazione dei dati pubblicati. Di seguito vengono illustrati alcuni esempi inerenti un dimensionamento di massima dei diffusori Comquell, utilizzando le seguenti formule:
V = n v0 h0 144 (m3/h)
v0=V / h0 n 144(m/s)
n = V / v0 h0 144 (n° dei pezzi)
h0 = V / v0 n 144 (m)
dove V = portata in volume dell'aria da immettere in ambienti (m3/h)
v0 = velocità dell'aria immessa (m/s)
n = numero dei moduli del diffusore ciascuno avente una altezza di 40 mm (v. particolare del diffusore)
h0 = altezza utile della superficie di immissione (m)
con 144 coeff. di omogeneizzazione delle unità di misura per modulo di 40 mm: 144 = 3600 x 40 / 1000
È utile ricordare che il dimensionamento in questione deve sempre essere seguito dalla verifica di compatibilità della distanza minima l0 rispetto alla condizioni di progetto.
Esempio 1: Dimensionare i diffusori Comquell per la Sala sportelli di una banca (attività sedentaria).
Siano noti da calcoli precedenti la portata dell'aria di ventilazione pari a 1200 m3/h e dal progetto la distanza tra diffusore ed il più vicino posto a permanenza prolungata: l = 4 m;
si voglia immettere l'aria in posizione centrale rispetto alla sala adottando pertanto un diffusore del tipo ottagonale, con altezza utile complessiva del diffusore stesso assunta pari a h' = 1,04 m, al netto dell'altezza dello zoccolo di base e della piastra di copertura; si assuma, inoltre, un salto termico tra aria immessa e aria ambiente pari a 4 °C. Con i dati suddetti si determinino il valore della velocità di immissione nonché la distanza di rispetto l0.
Da catalogo si scelga preliminarmente un diffusore: esempio ottagonale avente 5 moduli per lato (v. foglio C/2-6-7):
n = 5 x 8 = 40 moduli di altezza 1,04 m
v = 1200 / (1,04 x 40 x 144) = 0,2 m/s (velocità accettabile)
Verifica della distanza l0, con la distanza di progetto pari a 1 = 4 m:
superficie proiettata A = h x e = 1,04 x 0,729 = 0,76 m2
dal diagramma di fig. 21 si ha l0 = 1,2 m < 4 m.
Sulla base dei risultati ottenuti si potrebbe anche decidere di ridurre il numero dei moduli incrementando la velocità di immissione e la distanza l, senza tuttavia superare i limiti indicati.
Esempio 2: Grande Cucina
Presupposti: Diffusore Comquell di forma rettangolare a parete Mod. CORES3 con distanza pavimento di mm 200. Profondità dei diffusore mm 350 circa.
Dimensionamento costruttivo fino al piano smorzatore m 2,75
V = 2.200 m3/h
∆t = 8°C
Distanza rispetto al più vicino posto dì lavoro I = m 3,0
Scelta preliminare secondo foglio C/2-3
b = mm 371 cioè p. zz 22 + 6 moduli
con V = 2.200 m3/h
v0 = 0,3 m/s con H = m 1,50
stabilito v0 = 0,3 m/s
calcolo h0 =
Verifica della distanza minima
Superficie proiettata A = H0 a = 1,50 x 1,021 =1,50 m2
dal diagramma (foglio C/1-1) per ∆t = 6 °C - 1 = m 3.0
Per ∆t = 8 °C la distanza rispetto al posto di lavoro dovrebbe essere maggiore.
Una velocità più bassa però significa un aumento della superficie proiettata a riduce I0 solo di pochissimo. Si dovrebbe tentare di ridurre la portata in volume e in velocità, cioè suddividere la portata totale necessaria su diversi diffusori, ad esempio su 2:
Per esempio: V = 1100 m3/h; v = 0.25 m/s;
h =
Verifica della distanza minima l0
per v0 = 0,25 m/s; A ≡ 0,92 m2; ∆t = 6 °C - l0 = m 2.5
Come ordinare il Comquell
In seguito alla determinazione delle informazioni utili per la scelta ed il dimensionamento in mq. della superficie di immissione Comquell è possibile effettuare la scelta geometrica del modello più opportuno al tipo di impianto e di ambiente nel quale deve essere installato.
Con le guarnizioni ad incastro interne e con i profili di copertura esterni si può aumentare la perdita di carico e la velocità di uscita dell'aria. L'intelaiatura e i profili sono costituiti da profilati estrusi in alluminio, materiale AI-Mg-Si 0,5, tutti i profili visibili anodizzati di colore naturale E6/EV 1. Su richiesta è possibile la verniciatura dei profili con polveri epossidiche secondo tabelle Rall.
I dati necessari per un corretto ordine dei diffusori Comquell sono i seguenti:
Dati tecnici
Portata d'aria | mc/h |
Modello | Comquell CO... |
Numero di moduli per lato | Vedi tavole tecniche |
Altezza complessiva del diffusore | cm. |
Altezza degli zoccoli superiore ed inferiore | cm. |
Punto di alimentazione del diffusore | (sup. od inf.) |
Dimensioni del raccordo di alimentazione | cm. ... x cm. ... (Ø ...) |
Colore dei profili e degli zoccoli | Tabella RAL |
Alcuni disegni dei diffusori Comquell
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